23 aprile 2018
GRENDENE-LAMANDA SODDISFATTI AL TRAGUARDO DEL RALLY VIPAVSKA DOLINA
A soli venticinque chilometri da Gorizia venerdì 20 e sabato 21 aprile si è svolto in Slovenia l’ottavo Rally Vipavska Dolina dove la Scuderia Gorizia Corse ha schierato tre equipaggi.
Primo appuntamento stagionale valido per il Campionato Sloveno e primo per l’Alpe Adria Rally Cup, oltre che titolato per il Central European Zone storico, la gara si è svolta su 10 prove speciali per 94 chilometri su 280 totali e ha visto al via 73 equipaggi, di cui 12 italiani, e la presenza del consueto, caloroso e numerosissimo pubblico sia nella prova spettacolo venerdì sera nel centro di Ajdovscina sia sabato nei punti storici del percorso, in particolare sui tornanti finali di Velike Zablje noto come il “Col de Turinì” sloveno.
Pronti via e purtroppo già nel primo giro della prima prova la Peugeot 309 di Marco Comar e Alessandro Sell si rompeva impedendo loro di proseguire e di raccogliere punti per il campionato sloveno al quale il pilota si è iscritto.
Fabio Grendene dopo la sfortunata stagione 2017 ha utilizzato la gara come collaudo per la rinnovata Opel Astra ed affiancato dall’impeccabile navigatore Lorenzo Lamanda ha prima preso confidenza con lo scivolosissimo asfalto e poi ha aumentato il ritmo risalendo le posizioni in classifica: il duo è giunto divertito e soddisfatto al traguardo al 35° posto assoluto, 7° tra gli italiani e 5° di Classe 7.
Con la Opel Kadett Gt/e a trazione posteriore Luigi Terpin e Luca Benossi hanno dato grande spettacolo e distanziato abbondantemente gli avversari tra le auto storiche di Classe 9 per nove prove ma proprio nella nona ha ceduto la guarnizione di testa del motore costringendoli al ritiro e privandoli di una meritata vittoria.
Il supporto tecnico in assistenza è stato fornito da Lorenzo Franzoni, Cristian Terpin, Silvano e Giacomo Grendene e Lorenzo mentre sulle prove sono stati numerosi gli amici che hanno sostenuto gli equipaggi bianco-azzurri.
Testo: Luca Benossi © Scuderia Gorizia Corse 2018
Foto: Paolo Drioli, Christian Boccadoro